IL MERCATO MEDIEVALE

Sapori dei prodotti tipici dell’epoca medievale

idromele

IDROMELE

L’Idromele è un liquore antichissimo derivato dalla fermentazione del miele. Il nome deriva dal greco “Hydor” e “méli” che significano “acqua e miele”.

Il popolo Greco lo chiamava ambrosia, la bevanda per eccellenza degli Dei radunati sull’Olimpo, perché il miele fin da sempre è un prodotto pregiatissimo. Non solo i greci ne facevano uso ma anche Egizi, Romani, Celti e Germani soprattutto in occasione di festa e cerimonie importanti.

Si narra che i Celti consumassero l’Idromele durante i matrimoni in quanto credevano che stimolasse la virilità e la fertilità. Essi, facevano uso di questo liquore per un intero ciclo lunare dopo il matrimonio, da qui il termine “Luna di Miele”.

Al giorno d’oggi l’Idromele viene riproposto all’interno del mercato medievale della contrada della Cerva, durante le manifestazioni è possibile assaggiare questo antico liquore per rivivere le emozioni di un tempo.

ALCHERMES

ALCHERMES

L’Alchermes è un liquore color cremisi ottenuto dalla macerazione di numerose spezie in acqua e alcool come coriandolo, anice stellato, cannella e chiodi di garofano.

La caratteristica principale di questo liquore è il suo colore, esso è ottenuto grazie ad un insetto (la cocciniglia) che viene lasciata essiccare, ridotta polvere e fatta sciogliere nel composto.

L’Alchermes si dice che sia di origine araba e che sia arrivato in Italia tramite gli spagnoli. Il suo nome deriva dalla parola “al-qirmiz” cioè “cocciniglia”. In Italia conobbe la sua espansione a Firenze, prodotto dal convento di Santa Maria Novella e poi con l’aiuto di Caterina de Medici fu portato anche nella Corte del Re di Francia, tanto che i francesi lo conoscono come il “liquore dei Medici”.

La contrada ripropone l’Alchermes all’interno del suo mercato medievale, durante le manifestazioni è possibile assaggiarlo e ascoltarne la storia.

IPPOCRASSO

IPPOCRASSO

L’Ippocrasso è un vino speziato di origini molto antiche. L’etimologia del nome è incerta, la leggenda lo attribuisce ad una invenzione di Ippocrate ma probabilmente venendo considerato un vino medicinale gli si attribuivano qualità ippocratiche.

In antichità il vino diventava facilmente “aceto” e, data la scarsità di vigneti e la fatica per produrlo, l’uomo cercò un sistema per la conservazione. L’immissione di miele e erbe aromatiche contribuiva a preservarlo dall’ossidazione ed a renderlo più gradevole al palato, il che permetteva di incrementarne il consumo.

Con il passare dei secoli tali immissioni divennero sempre più raffinate e, nel medioevo, ad ottenere la ricetta che riproduciamo oggi. La base è un vino barbera al quale vengono aggiunti zucchero, cannella, zenzero e galanga. Questo mix di qualità calmanti e curative fece sì che l’Ippocrasso venisse apprezzato non solamente per la sua bontà.

Durante le manifestazioni della contrada, si può assaporare questo vino speziato in ciotole di terracotta presso il mercato medievale. Un ritorno al passato tra sapori e tradizioni.

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